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Recensioni

Novara

Novara, capoluogo di provincia del Piemonte è situata tra il Sesia ed il Ticino e dista 101 chilometri da Torino e 50 da Milano, fra le province piemontesi è la più “lombarda”.

Le origini della città si perdono nella notte dei tempi, tanto che si è scoperto che insediamenti, sebbene sparsi lungo le rive dei laghi della zona e nelle pianure, era già presenti ben prima della fondazione di Roma.

Il vero e prorpio nucleo abitativo, lì dove ora è cresciuta la città denota però un impianto tipico degli insediamenti romani: costruita attorno a due assi principali: il Decumanus (gli attuali Corso Italia e Corso Cavallotti) ed il Cardo (ora Corso Cavour e Corso Mazzini), la piccola città romana Novaria era difesa da una cerchia di mura ancora visibili in diverse zone della città.

Da visitare in città sicuramente, il Duomo eretto in stile tardo-neoclassico su progetto di Alessandro Antonelli sorge sul sito di precedenti costruzioni, in parte distrutte ed in parte inglobate. Dell'antica cattedrale romanica a tre navate del 1125 (che occupava lo spazio della chiesa paleocristiana del V secolo, di cui sono sopravvissute alcune basi, fusti e capitelli di colonne) resta il pavimento in mosaico del presbiterio, con arredi e pitture (opera di Gaudenzio Ferrari, Bernardino Lanino e Callisto Piazza). Accanto alla sagrestia rimane la cappella di San Siro del XII secolo coi suoi affreschi romanici e gotici (XII-XIII secolo).  
Il campanile (XII secolo) appartiene al precedente edificio romanico, fatta salva la cella campanaria. Notevoli i sei arazzi nella navata centrale, raffiguranti scene di vita di re Salomone, provenienti dalle Fiandre (secolo XVI). L'intera fabbrica del Duomo si inserisce armoniosamente nel tessuto urbano cittadino attraverso i portici, rivelando una coerente struttura orizzontale in contrasto con l'esasperata verticalità della cupola di San Gaudenzio. Un monumentale quadriportico fa da ingresso alla chiesa, collegando Duomo e Battistero.

Il Battistero è l'edificio più antico di Novara, a pianta ottagonale di fronte al Duomo; il quadriportico neoclassico lo circonda completamente e ne rende visibile dall'esterno solo la parte superiore, di stampo romanico. La struttura risale al IV-V secolo, modificata tra X e XI secolo con l'aggiunta della cupola superiore. Durante il XVII secolo le sue nicchie esterne furono occupate da statue in terracotta e affreschi barocchi. Il restauro del 1959-67 ha riportato l'edificio all'antica foggia, eliminando le intrusioni barocche. All'interno è visibile l'antichissima fonte battesimale, frammenti di mosaici originali e affreschi dell'Apocalisse (X-XI secolo) e del Giudizio Universale (XV secolo).

Il Broletto: nel pieno centro storico di Novara è simbolo di rinascita economica e di conquistata autonomia politica in età comunale; qui si fondono sei secoli di storia architettonica. Il complesso è costituito da quattro edifici: a nord c'è l'antico palazzo del Comune o Arengo, i cui portici sono sovrastati dalla grande Sala Consiliare, risalente al XIII secolo: sotto la lunga grondaia è ancora visibile un ciclo di affreschi medievale di oscura narrazione. Sul lato ovest il Palazzo dei Referendari, ad est l'elegante loggetta del XVIII secolo, costruita a ridosso dell'antico palazzetto dei Paratici, originale sede delle Associazioni delle Arti e dei Mestieri. A sud il palazzo del Podestà, della seconda metà del XV secolo. I lavori di restauro del 1930 hanno restituito il Broletto all'aspetto originario (anche se aggiungendo la scalinata che porta all'Arengo). Attualmente il Broletto ospita i Musei Civici (artistici e archeologici) e la Galleria Giannoni.

Volontariamente citiamo in ultimo il simbolo incontrastato della città, visibile a chilometri di distanza: la Basilica di San Gaudenzio.

Eretta come nuova dimora delle spoglie di San Gaudenzio viene edificata sul punto più alto di Novara dopo la distruzione dell'originale chiesa esterna alla cinta muraria voluta da Carlo V. Artefice del progetto è Pellegrino Tibaldi, a partire dal 1577, che caratterizza la fabbrica con un'esasperata verticalità e senso plastico.

A decorare la Basilica furono chiamati i migliori artisti e lombardi (dal Morazzone a Tanzio da Varallo, dal Fiammenghino al Ferrari). La suggestione di verticalità è potenziata dal capolavoro di Alessandro Antonelli (realizzato tra il 1844 e il 1880): la cupola che aprendosi all'incrocio tra la navata ed il transetto transetto si innalza per 121 metri, con il suo serrato ritmo di gallerie a colonnato su due ordini sovrapposti, culminante con la dorata statua del Salvatore, opera di Pietro Zucchi. . Sempre dell'Antonelli è il colossale portone in noce lavorata, con rosone e teste in ferro fuso. Il campanile settecentesco è invece opera di Benedetto Alfieri.